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venerdì 6 gennaio 2012

I prossimi avversari: il Palestrina


Il logo del Palestrina e Mauro Carboni (fonte internet)

Il logo del Palestrina e Mauro Carboni (fonte internet)

Il Salerno Calcio aprirà il suo girone di ritorno contro il Palestrina, formazione dell’omonimo paese laziale che dista 45 km dalla capitale e conta poco meno di 22 mila abitanti. Gli arancio-verdi dei presidenti Francesco Anconitano e Augusto Cristofari sono una neopromossa della Serie D e tornano a disputare tale campionato dopo 39 anni di assenza. Erano i tempi di Dino Viola quando (nel 1969-70) il Palestrina vinse il campionato di Promozione e disputò 3 tornei consecutivi di Serie D con al timone il non ancora presidente della Roma (lo diverrà nel 1979 anno dell’addio proprio al Palestrina). Poi ben poca gloria per i prenestini, protagonisti negli anni ‘90 di svariate apparizioni in Eccellenza Laziale, prima della recente risalita in cui brillano la vittoria del torneo di Prima Categoria (nel 2005-06), il passaggio in Eccellenza grazie al trionfo in Coppa Italia Lazio contro il Formia e l’ultima promozione dall’Eccellenza datata maggio 2011 quando alla penultima giornata, vincendo 0-2 sul campo della Foglianese, gli arancio verdi mettono a distanza di sicurezza il Civitavecchia grazie alla sedicesima vittoria consecutiva (record) e centrano la serie D. Curioso che il bomber di quella cavalcata, Jerman Juarez, sia stato ingaggiato proprio dal Civitavecchia pochi giorni fa dopo la mancata riconferma in quinta serie con il Palestrina. L’avvio in Serie D è stato da incubo, con un settembre nero chiuso senza vittorie e con due miseri 0-0 nelle prime 5 giornate in cui la squadra non aveva realizzato neanche una rete. Inevitabile l’esonero di Mauro Carboni per far posto a Stefano Ferretti che ha ribaltato la classifica, con 14 punti in 7 giornate ed allontanato gli spettri di una retrocessione che sembrava già segnata. Al punto tale che in molti sono rimasti esterrefatti davanti al ritorno in panchina di Carboni proprio all’indomani di un brillante blitz esterno (1-2 a Civitavecchia) firmato da un incredulo Ferretti; la versione ufficiale parlava di “mancanza di feeling col direttivo” che secondo i più è la traduzione di “divergenze sul mercato”.

Il progetto dell'impianto sportivo di Palestrina (fonte internet)

Il progetto dell'impianto sportivo di Palestrina (fonte internet)

Già, perché la presidenza sembra più approntata ad una linea verde meno pesante sui bilanci e più redditizia che preveda la cessione di qualche pezzo pregiato in rosa, eventualità poco gradita ad un Ferretti che aveva iniziato a sentire odore di playoff, lontani solo un paio di lunghezze ad un certo punto della stagione. Ma la verità sta nel mezzo e il Palestrina non ha proceduto alla famosa “smobilitazione”, piatto tipico della serie D, indigesto per gli inossidabili sostenitori laziali. In concreto, infatti, ha salutato la compagnia, destinazione Anzio, il solo terzino sinistro classe ‘85 Francesco Colantoni, mentre il centrocampista Andrea Costantini per un soffio non ha compiuto lo stesso viaggio. Altre cessioni hanno riguardato giocatori dalla dubbia adattabilità al calcio italiano: si tratta degli argentini Gaston Melluso (’88), Martin Giula (’88) e degli ex River Plate Daniele Benitez (’90) ed Ezechiel Dickinson (’93), ma anche dell’ex Juventude da Lapa Thiago Cavalieri Masson (’93). Sono giovani elementi, parte di un progetto molto sudamericano, avviato quest’estate dal DS Proietti, forse influenzato dalla colonia latina della società Futsal Palestrina di Calcio a 5 che quest’anno disputa il primo torneo di A2 della sua storia. Va detto che attualmente diversi sudamericani sono punti fermi della squadra laziale, ma un ricorso così massiccio a stranieri in tenerissima età non è il miglior spot per chi vuole fare del settore giovanile il proprio fiore all’occhiello. Il Palestrina è tuttora una delle compagini del girone con l’età media più bassa, contando appena 7 giocatori nati prima del 1990; simmetrico il suo bilancio casalingo con 3 pareggi, 3 successi ed altrettanti ko ed una differenza reti complessiva di 0. Le gare interne vengono disputate temporaneamente al comunale di Guidonia (2900 posti), in attesa del completamento delle tribune (da 1200 e 600 posti) del nuovissimo campo di gioco di Palestrina, inserito nell’impianto sportivo “Antonio Sbardella” che sarà il quartier generale degli arancio verdi e che è stato intitolato ad un Direttore di Gara Internazionale di origine prenestrina.

Il portiere Stefano Del Duchetto (fonte internet)

Il portiere Stefano Del Duchetto (fonte internet)

Il tecnico Carboni (per diversi anni alla guida delle giovanili della Roma ed ex Albalonga e Fidene) schiera i suoi con un 4-4-2 molto più incisivo in mezzo al campo che sulle fasce ed è stato costretto a fare di necessità virtù nelle ultime giornate. Tutti under gli estremi difensori, con l’ex Monterotondo Stefano Del Duchetto (’92) grande favorito su Federico Ranieri (’93) e sugli Juniores Antonio Di Costanzo e Marco Ludovici (entrambi ‘94). Del Duchetto ha dalla sua una maggiore esperienza a dispetto della giovane età, ed un girone di andata dove ha dato un bel contributo nonostante qualche perdonabile uscita a vuoto. Linea difensiva di difficile interpretazione: sicuro del posto il solo Luca Di Gioacchino (’89) prodotto del vivaio, a cui potrebbe essere affiancato il classe ‘93 Alessio Pralini, terzino destro adattabile a centrale che era finito nel mirino del Salerno poche settimane fa. L’attacco esperto a disposizione di Perrone potrebbe suggerire tuttavia a Carboni di arretrare sulla linea difensiva un centrocampista centrale tra Andrea Costantini (’85) e Daniel Elias Salomon (argentino del ‘90), mentre spazio solo a gara in corso per il baby Giacomo Torre (’94). I terzini non mancano in casa Palestrina: Guglielmo Amendola giocò all’Arechi sulla destra, ma può adattarsi anche a sinistra dopo la partenza di Colantoni. Oltre al già citato Pralini, sulla destra c’è anche il baby ex Cisco Roma, Manuel Amici (’94), mentre a sinistra buone chances per Nicola Pirolozzi (’91) che si gioca una maglia con il brasiliano Joao Conde Perez (’93).

Il capitano Sasa Cangiano (fonte internet)

Il capitano Sasa Cangiano (fonte internet)

In mediana c’è il capitano e bandiera Salvatore Cangiano (’77), il più anziano per distacco, che farà da unica balia a questo plotone di ragazzini a cui l’entusiasmo non manca, ma l’esperienza forse sì. Da tenere d’occhio un altro argentino, il classe (’88) Nicolas Alejandro “Dull” Del Rio, un prodotto del vivaio del River Plate che ha dimostrato di sapersi ambientare al calcio italiano anche se dilettantistico. Spiccato senso della posizione e abilità nell’inserimento lo rendono un giocatore duttile e già con il carisma del veterano, testimoniato dalla sua presenza nelle azioni vincenti dei laziali. Come Del Rio ha già trovato la via del gol anche Andrea Costantini (’85), ex Pomezia, e giocatore ovunque per mister Carboni, che lo predilige sulla corsia centrale per agevolarne un contributo in entrambe le fasi. Il pacchetto di metà campo può essere completato da Emiliano Orlando (’88) o da un argentino tra Juan Manuel Trucolo (’93) e Daniel Elias Salomon (’90 proveniente dal Boca Junior) a seconda della dose di offensività che Carboni vorrà dare al suo Palestrina. I baby Ciro Zaccaro (’93) e Vincenzo Di Giovanni (’94) sono in attesa di una occasione irripetibile per mettersi in mostra.

Loreto Macciocca (fonte internet)

Loreto Macciocca (fonte internet)

L’attacco è forse l’unico reparto in cui Carboni può permettersi di prendere decisioni in totale libertà: le punte dal piede caldo sono almeno tre per due soli posti. Partiamo dal bomber di squadra, quel Loreto Macciocca (’84) che fa gola a molte compagini di Lega Pro e che potrebbe andare via entro la fine di gennaio. L’ex Gualdo e Pomezia ha già messo a segno 5 reti ed è il più pericoloso del Palestrina per la sua capacità di trovare spazi per la conclusione (ha un tiro molto potente) e per la scelta di tempo sui palloni alti (situazione che il Salerno ha già mostrato di soffrire). Sicuramente un risultato positivo dei laziali passa attraverso la prestazione del proprio cannoniere, a cui verrà affiancato presumibilmente uno tra Claudio Tarantino e Leonel Corradino. Il primo è un classe ‘91 proveniente dal Real Pomezia (Eccellenza) che ha già 4 reti all’attivo, tutte di pregevole fattura; il secondo è un argentino del ‘90 che di reti ne ha realizzate 3 e che ha sulla coscienza un’occasione nitidissima all’Arechi sullo 0-0 e sul primo calcio piazzato sbagliato in stagione dalla retroguardia salernitana. Più rischiosi e per questo meno probabili, gli impieghi dal primo minuto dei vari Lorenzo Di Finizio (’93), Francesco Deli (’94) e Tovalieri, autori di gol a raffica nelle categorie giovanili (il Palestrina è primo e miglior attacco nel girone del Salerno degli Juniores Nazionali), ma forse ancora acerbi per la Serie D.

Il simbolo del Comune di Palestrina (fonte internet)

Il simbolo del Comune di Palestrina (fonte internet)

Ultime notazioni di colore: il nome registrato in Lega “US Palestrina Itop 1919″ comprende anche lo sponsor principale Itop, che offre servizi di ortopedia e riabilitazione ai laziali; la squadra è nata il 19 agosto del 1919, esattamente due mesi dopo la Salernitana ed infine il nuovo logo (proposto a stagione in corso), richiama sempre il simbolo comunale, ma si avvicina di più a quello della squadra di calcio a 5 e della formazione di basket. Sono invece 44 i km che i tifosi arancio-verdi dovranno attraversare per giungere a Guidonia e seguire i propri beniamini in occasione di ognuna delle gare interne di questa storica stagione che segna il ritorno in serie D..

fonte: granatissimi.com

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