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giovedì 10 novembre 2011

Il Budoni di Sanna: dalla 2ª Categoria al primato col Salerno

La rosa del Budoni (fonte Budonicalcio.com)

Se avessero raccontato dieci anni fa a salernitani e budonesi che si sarebbero incontrati per una sfida valevole per il primato della Serie D, la reazione sarebbe stata la stessa: una grossa risata con differenze solo nella pronuncia dei relativi commenti. E invece eccoci a presentare l’ennesima favola dei dilettanti, una simpatica e sportiva realtà sarda che, nel suo piccolo, è stata protagonista di una storia recente ricca di successi. Non si può spiegare diversamente la gestione Sanna, presidente e primo tifoso dei bianco-azzurri, che prelevò la squadra in 2ª Categoria nel 2002 e in 9 anni con 4 promozioni l’ha portata alle soglie del professionismo, ma di fatto alle spalle solo del Cagliari in regione. Sanna si è già detto “onorato e felice di incontrare Salerno e di poterla ospitare nella gara di ritorno”, non nascondendo la soddisfazione nel raccontare la sua impresa di annullare un gap di 8 categorie (presenti nel 2002) con i suoi prossimi avversari.

Il calcio fa la sua comparsa a Budoni solo nel 1973, quando il piccolo centro a sud della Costa Smeralda (attualmente nella provincia di Olbia-Tempio), contava appena 2800 abitanti; il nome originario è “Union22″, un omaggio al numero delle frazioni che ancora oggi compongono il Comune. Per i primi dieci anni di vita è la Terza Categoria il campionato più frequentato dalla Union22, con una parentesi di 4 stagioni in Seconda grazie allo spareggio vinto nel derby con il Torpe sotto la Presidenza Bacciu.

Nel 1983 il cambio di denominazione: nasce la Polisportiva Budoni Calcio che il Presidente Fideli può iscrivere in Prima Categoria grazie all’acquisizione del titolo del Calangianus. In quella stagione venne rimodernato il Comunale di Budoni, con l’aiuto economico di calciatori e tifosi, per permettere la disputa di un torneo mai affrontato fino ad allora. Dopo 7 anni in Prima Categoria, l’inizio della discesa, con lo spareggio perso 2-1 ai supplementari contro il Luogosanto che riapre le porte della Seconda Categoria nel 1992 ed il ritorno in Terza nel 1994, in piena crisi societaria.

Sotto la Presidenza Ventroni, la squadra torna a vincere il campionato e torna in Seconda nel 1997, ma tre anni dopo, nel 2000, ripiomba in Terza. Nel 2002 la svolta: il Presidente Scanu riporta la squadra in Seconda Categoria e la affida ad un gruppo dirigente con a capo il giovane imprenditore Giovanni Sanna. Quest’ultimo ha in mente un progetto a lungo termine con cui far decollare la sua passione coinvolgendo i giovani della zona. Il primo passo riguarda l’impianto del piccolo Comune: nel 2003 il vecchio e polveroso fondo di terra viene sostituito da un manto sintetico di 4ª generazione, uno dei primi in Italia, tanto da vedere testimonial dell’inaugurazione, l’allora CT della Nazionale Giovanni Trapattoni. Vengono allargate le tribune e viene aumentata la capienza a 1500 posti, quasi metà dei 4 mila abitanti che Budoni ha raggiunto nel 2000 (anche se in estate la popolazione stimata arriva a 40 mila). Nessuno allora avrebbe potuto pensare al rischio che una tale capienza potesse un giorno rivelarsi insufficiente.

Sul campo la squadra inizia a stracciare i tornei sotto la guida tecnica di Bagatti: tre promozioni di fila tra il 2003 ed il 2005 portano il Budoni in Eccellenza, grazie anche al soffertissimo successo ai rigori con il Ghilarza, nello spareggio che consentì la vittoria del torneo di Promozione. Nel frattempo Sanna mette a punto un capillare impianto di ricerca e valorizzazione dei giovani della zona, che a decine affollano il vasto settore giovanile con la speranza del salto in prima squadra, senza perdere di vista gli studi e il principale ruolo dello sport: il divertimento della sana competizione.

Non soffre di vertigini il Budoni di Sanna, che da neopromosso in Eccellenza centra 2 secondi posti in 2 anni, assicurandosi 2 partecipazioni ai play-off nazionali per tentare l’assalto alla D. Nel primo anno (secondi dietro al Tempio) i bianco-azzurri perdono la finale col Civitavecchia solo per la regola dei gol in trasferta (2-2 e 0-0); la stagione successiva (secondi dopo il Tavolara) in finale la sconfitta arriva per mano degli umbri del Torgiano. Il terzo tentativo è quello buono e la squadra di mister Alvardi, nel 2008, conquista il primo posto davanti a San Teodoro e Selargius, ottenendo la promozione diretta grazie ad una difesa da record. Questa quindi è la quarta apparizione del Budoni in serie D, dove finora, non è mai andato in affanno per la salvezza, con tre dignitosi e tranquilli posizionamenti di centro classifica ( 7°, 10° ed 8° posto).

Intanto ogni anno Sanna si ritrova in casa tre quarti della formazione titolare, facendo passare in prima squadra il meglio del suo settore giovanile e puntellandolo con cinque o sei elementi di esperienza. Un modello per il mercato fai da te, un pò meno per l’autofinanziamento in quanto a queste categorie è difficile mettere in mostra qualche giovane da poter piazzare tra i professionisti. Sanna ci ha infatti confidato che salvo un paio di cessioni nel 2009, per il resto è difficile lanciare qualche promessa sarda, figuriamoci in un momento in cui si investe maggiormente sui calciatori stranieri. Il Budoni si gode il suo primato ancora per un pò, consapevole di aver ottenuto, grazie ai risultati sul campo, ma anche grazie alla presenza del Salerno, le luci della ribalta che occorrono per valorizzare qualche giocatore in più.

Certo è che una risalita così rapida (anche se limitata alle categorie dilettantistiche) restituisce un contatto più umano con il calcio italiano, di cui il Budoni aspira a diventare una più illustre rappresentante.

Si ringrazia Bettina Ponsanu per i dettagli storici.

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