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martedì 21 luglio 2009

È anche la Salernitana dei jolly


Galasso, Russo, Soligo, Cozza, Merino, Statella, Pepe e Kyriazis. No, nessuna paura, non è un tabellino sballato. Non è stato dimenticato nessun calciatore. Semplicemente è stata schierata la Salernitana dei jolly. Preziosi, quelli che tolgono l'asso di mano e calano il servito. Sono i magnifici otto che permettono - permetteranno - a Fabio Brini due cose fondamentali nell'economia della squadra: innanzitutto di non spaventarsi più di tanto davanti a squalifiche ed infortuni (legittime e consentite le toccate di ferro), o anche, molto più semplicemente, di cambiare pelle alla squadra anche in corsa. In ogni momento e contro qualunque avversario. A prescindere dal modulo con il quale si parte (il baffo marchigiano va avanti però con il 4-2-3-1), gli otto hanno caratteristiche e duttilità tale da permettere: uno di fronteggiare l'emergenza; due: di cambiare in corsa a seconda dell'andamento del match. E con i jolly che si ritrova, Brini ha addirittura coperto ogni reparto. Difesa (Kyriazis centrale e esterno destro), Russo (forse il più poliedrico del gruppo vista l'adattabilità a giocare esterno alto o basso, a destra come a sinistra, e addirittura alto e sempre su entrambe le corsie se non pure nel cerchio di centrocampo). Stesso discorso per Galasso, utilizzato domenica scorsa a destra ma impiegato da Brini, negli anni di Terni, soprattutto sul versante mancino. E che dire di Soligo? Lui sta bene, anzi benissimo, nel mezzo a fare da diga (con Pestrin o Tricarico o Carcuro) davanti alla difesa. Ma a Brini piace, eccome, anche quando "entra" nel gruppo dei tre che agiscono dietro all'unica punta: perché ha la progressione per affondare i colpi partendo dalla fascia, ma anche la forza fisica, i muscoli e la sagacia tattica per rendere più equilibrato e coperto un modulo dagli elevati contenuti offensivi (in pratica, l'idea di Soligo sulla linea dei trequartisti potrebbe risultare utilissima quando si gioca in trasferta). Tutto qui? Macchè! Cozza - altro che asso, questo è un lusso per la B - che ha classe da vendere e fantasia, illuminazione, verticalizzazione, capacità di saltare l'avversario, rapidità di pensiero e di azione. Tutte qualità espresse nel cuore della mediana o a ridosso delle punte, davanti alla difesa propria, ma anche a quella avversa, va nel dritto, ma anche sulla fascia. E se per caso parliamo di Merino, ecco che la prima cosa da raccontare riguarda la capacità del peruviano di saltare l'uomo. Nel breve ma anche sulla corsa, con gli scatti, ma anche di fantasia (ah, quanto piacciono quei giochetti di tacco e di punta che tanto riescono all'andino) e soprattutto da mezz'ala e da ala, ma anche di punta, al fianco caso mai di uno tra Caputo e Ferraro. Se poi si parla di Statella e Pepe non va ignorata la loro bravura a dimenarsi, con eguale disinvoltura e con identici risultati, sulle due fasce, bravi come sono a puntare a rete o a servire il compagno meglio piazzato. Insomma, la squadra dei jolly fa ricca la Salernitana, ma soprattutto Brini che in questi giorni può anche concedersi il lusso di non smaniare per completare l'organico e puntare dritto a quel 4-2-3-1 che, per dirla come il "baffo" è il modulo base facile, però, a trasformarsi in un 4-3-3 o addirittura in uno spregiudicato 4-2-4. Benedetti jolly.

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