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lunedì 8 dicembre 2008

Con l’avvento di Mutti il direttore generale torna «number one» nel club. Il gruppo dei fedelissimi


Tre settimane di caccia serrata a un allenatore. Tecnici esperti e rampanti contattati, e poi la decisione di credere ancora una volta al nome proposto dalla persona che da due anni ha in mano le sorti della Salernitana. E così, «ostaggia» di Angelo Fabiani, direttore generale del club, la Salernitana ha scelto il sostituto di Fabrizio Castori, esonerato di fatto sabato sera subito dopo la quarta sconfitta consecutiva, subita questa volta a Livorno, ma in effetti già con la valiga in mano dalla partita persa in casa con il Rimini (15 novembre scorso). Bortolo Mutti, 54 anni, nativo di Trescore Balneario nel bergamasco, è il 99esimo allenatore che siederà sulla panchina della Salernitana, l’ottavo dell’era Lombardi, il quale viaggia oramai alla media di due allenatori a stagione (Costantini e Cuoghi; Novelli e Bellotto; Agostinelli e Brini; Castori e, quasi certamente, Mutti). Bomber di razza da giocatore (fu il centravanti dell’Atalanta che negli anni Ottanta balzò in tre stagioni dalla C1 alla serie A), Mutti da allenatore ha girato mezza Italia, allenando prevalentemente in serie B, con puntate nella massima serie alla guida di Piacenza, Napoli, Reggina e Messina. Fabiani lo conosce bene perchè fu lui a volerlo, nella stagione 2003-2004, allenatore della squadra peloritana che all’epoca militava in serie B. Conquistata la promozione nella massima serie, il Messina ottenne un clamoroso settimo posto nella stagione successiva. Nel 2005-2006, venne, però, esonerato alla 31esima giornata e sostituito da Ventura, il quale, comunque, non evitò la retrocessione della squadra. Le ultime due stagioni, Mutti le ha trascorse a Modena. COSA CAMBIERÀ - Mutti lo ha detto a chiare lettere a Lombardi, prima nella telefonata che ha messo in contatto i due, e poi nell’incontro avuto ieri sera, a tarda ora, a Vallo della Lucania, in casa del Presidente, presenti Vittorio Murolo e Fabiani: «Questa squadra a me piace, è un buon organico, ci sono giocatori esperti della categoria che conosco bene. Vanno solo messi meglio in campo, riconoscendo a ognuno il proprio ruolo». Già, uno dei motivi che porterà Mutti a Salerno è proprio quello di conoscere quasi metà dell’attuale organico granata. A Messina ha avuto in squadra gente come Luca Fusco, Di Napoli, Giampà suo fedelissimo (lo ha voluto anche a Modena, dopo i tre anni condivisi sullo Stretto) e ha, comunque, seguito, questa Salernitana in televisione. È convinto che la squadra possa riprendersi e giocare un campionato dignitoso. Come modulo, Mutti è un fedelissimo del 4-4-2, quello classico che prevede, a turno, la spinta lungo la fascia di un terzino o di un’ala. Il tecnico bergamasco dà molta importanza al duo d’attacco, prediligendo un attaccante di stazza ma di movimento e una seconda punta più tecnica. Secondo Mutti questa squadra ha bisogno di tre rinforzi: un portiere (Gianello), un centrocampista di qualità da affiancare a Pestrin, e un attaccante che possa essere una valida alternativa sia per Fava sia per Di Napoli. Per il reparto avanzato si fanno due nomi: Bucchi e Bruno. L’accordo si chiuderà quasi certamente. Mutti, tra l’altro, si accontenta anche di un contratto di soli sei mesi con una opzione per la prossima stagione. Tutti gli altri tecnici contattati, da Papadopulo a Camolese, chiedevano, invece, un biennale e il potenziamento della squadra con almeno quattro-cinque elementi, oltre alla cessione di un gruppo di giocatori, tra i quali alcuni nomi noti. Per Claudio Gentile, il quale sembrava aver recuperato posizioni e di essere l’alternativa al duo Papadopulo-De Canio, c’è stata una frenata non appena il presidente Lombardi sarebbe venuto a conoscenza della querelle che vede in lite giudiziaria l’ex tecnico dell’Under 21 azzurra e la Figc.

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