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domenica 3 agosto 2008

Con Castori, Re Artù è anche rifinitore


«Un giocatore si giudica dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia»: musica e poesia di Francesco De Gregori che s'adagiano alla perfezione alle caratteristiche di Arturo Di Napoli. Le nove reti sparse nei quattro test amichevoli finora disputati hanno un'importanza relativa: sono «particolari», sempre parafrasando il celebre cantautore degli anni 80. Ciò che ha fatto di Re Artù il leader della Salernitana di Fabrizio Castori è quel talento naturale che l'avanzare degli anni ha raffinato e non offuscato, quella classe immensa, straordinaria, unica e valorizzata con astuzia dal tecnico granata. Tra le linee di centrocampo ed attacco si temeva avrebbe disperso lucidità ed intuito in zona gol, ridimensionato la fama di bomber e goleador che l'ha reso l'idolo della torcida granata nella passata stagione. Quel timore s'è, invece, subito rivelato infondato, quel dubbio è stato fugato da prestazioni eccellenti: sulla trequarti, con trenta metri di campo davanti ed a stretto contatto con i due interpreti della mediana, Arturo Di Napoli ci sta una meraviglia. Soprattutto quando la Salernitana recupera palla e s'innescano i meccanismi rapidi del contropiede il fantasista milanese va incontro alla palla, allarga immediatamente il gioco sulle fasce e poi va a tuffarsi nei varchi aperti dalla potenza fisica di Turienzo oppure dall'astuzia di Fava. La prima parte del ritiro a Roccaporena ha promosso (col voto più alto) Arturo Di Napoli e, di conseguenza, anche il modulo tattico scelto da Castori. Intelligente, scaltro e soprattutto elastico mentalmente, per nulla vincolato a schemi fissi: non a caso ha rinunciato al 4-3-3, che per anni ha fatto le fortune del Cesena, e «ripiegato» sul 4-2-3-1 per enfatizzare le caratteristiche dei calciatori a sua disposizione. Viaggia a mille Di Napoli in quella «mattonella» di campo che ne esalta il sinistro delizioso ed accelera i meccanismi offensivi della Salernitana. Certo, gli avversari poco più che modesti finora affrontati (Rappresentativa di Cascia, Sportul Studentesc e Torgiano) non hanno fornito indicazioni poi così precise soprattutto nel reparto difensivo, mai seriamente impensierito, ma comunque evidenziato i punti d'eccellenza dell'organico granata. Come ad esempio Manolo Pestrin, che in appena quarantacinque minuti di partita (gli unici che Castori gli ha concesso durante l'amichevole in famiglia di domenica scorsa) s'è conquistato subito i galloni da leader perché autoritario nel cerchio di centrocampo, rapido nell'opera di verticalizzazione, elegante nel fraseggio stretto, subito indispensabile nonostante il ritardo di condizione. Nella lista dei «promossi» anche gli stakanovisti Ambrogioni e Russo che, poco impegnati in fase difensiva, hanno sempre alimentato la manovra d'attacco con rapide sovrapposizioni e cross precisi per le punte. E poi capitan Luca Fusco, un muro difensivo che attende attaccanti più smaliziati per verificare la propria solidità. Le sorprese sono state essenzialmente due: Kingsley e Barrionuevo. Il giovane attaccante nigeriano ha subito scalato posizioni nelle gerarchie di Castori affondando i colpi lungo la fascia con quel fisico esplosivo e con capacità di corsa fuori dalla norma; Barrionuevo ha, dalla sua, lavorato con autorità e lucidità sulla mediana, candidandosi ad essere il partner di Pestrin (e pensare che era il primo nella lista dei partenti). Leggermente in ombra l'attaccante Cammarata. Da rivedere anche Peccarisi, tecnicamente indiscutibile, ma costantemente tormentato da problemi al collo.

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