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giovedì 14 febbraio 2008

Salernitana, la difesa sotto processo

La crisi della Salernitana riflette fedelmente quella che affligge l'intero pacchetto arretrato. Mai come in questo periodo, infatti, la difesa granata sta accusando un evidente calo di rendimento. Inevitabilmente, quasi come in un'equazione matematica, i risultati hanno voltato le spalle a Fusco e compagni. E' bastato che il migliore reparto della capolista avesse una leggera flessione per costringere la Salernitana a guardarsi le spalle dal ritorno del Gallipoli. I granata, dopo il giro di boa, hanno incassato tanti, troppi gol. Basti pensare che soltanto nelle ultime tre partite di campionato, il portiere Pinna è stato costretto a raccogliere il pallone in fondo al sacco per ben 6 volte: una media di due reti a partita. Davvero troppi per quello che è sempre stato considerato come il migliore reparto della regina del campionato. Non solo. Considerando soltanto i primi sei turni del girone di ritorno, Fusco e compagni hanno subito qualcosa come 8 gol. Uno in meno di quanti la difesa non ne aveva subiti nei precedenti diciotto incontri del torneo di terza serie. Praticamente tutto il girone di andata più la prima gara di quello di ritorno. Fin troppo facile capire che qualcosa non gira per il verso giusto. Del resto, la classifica parla chiaro: il treno delle concorrenti, guidato dalla locomotiva Gallipoli che insegue al secondo posto, si è pericolosamente avvicinato alla capolista. Guai, però, a criminalizzare per questo esclusivamente il pacchetto arretrato. Fusco e compagni, infatti, restano pur sempre il reparto meno perforato di tutto il girone con sole 17 reti al passivo, sebbene in condominio con il Lanciano che divide il primato di questa speciale graduatoria insieme ai granata. Le colpe del calo di rendimento vanno ricercate altrove. Sicuramente con tutta la squadra. Come sempre, infatti, tanto i meriti quanto i demeriti di un reparto, vanno divisi con tutto il gruppo. Se la difesa va in sofferenza è fin troppo evidente che il centrocampo non riesce a garantire lo stesso filtro di un tempo e l'attacco non fa al meglio il suo dovere. E' una questione di meccanismi, insomma, che prima apparivano rodati alla perfezione ed ora, invece, stanno registrando qualche intoppo negli ingranaggi. Negli ultimi tempi, la squadra è apparsa a compartimenti stagni. Quasi come se i reparti non riuscissero ad integrarsi fra loro. I problemi principali si sono registrati, manco a dirlo, sulla mediana. Nella zona nevralgica del campo, infatti, si è spesso fatto fatica a trovare il bandolo della matassa. Il centrocampo, insomma, è apparso in evidente affanno. Non che in passato abbia mai brillato, ma almeno riusciva a garantire una giusta copertura alla difesa, proponendo di tanto in tanto qualche intuizione per le punte. E' altrettanto vero che negli ultimi tempi, prima Agostinelli, poi Brini (subentrato sulla panchina granata appena dieci giorni or sono) hanno dovuto fare i conti con parecchie defezioni in quella particolare zona del campo. Una su tutte quella di Mamede, prima costretto ai box da un lungo infortunio e poi appiedato dal giudice sportivo per squalifica. Se a questo si aggiunge lo stop del nuovo arrivato Barrionuevo, la squalifica a Taranto di Tricarico, il lento recupero di Guido Di Deo e, cosa di non poco conto, il periodo di appannamento di Ciarcià, il quadro è completo. Toccherà adesso a Brini cercare di trovare la soluzione migliore per fare uscire al più presto la Salernitana, e non il solo pacchetto arretrato, dal tunnel - buio - della crisi.

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