
DALL'INVIATO ROBERTO VENTRE Perugia. Qui, con il Perugia, cominciò la sua carriera, prima le giovanili, poi l'esordio in prima squadra, due partite in B e otto in serie A. Quindi la fuga in Scozia ai Rangers e il ritorno in Italia, alla Salernitana di Aliberti con la drammatica retrocessione in B. Rino Gattuso, prima di vincere tutto con il Milan e l'Italia, si è formato con Perugia e Salernitana, le sue due prime squadre italiane. Con la maglia granata disputò 25 gare nella stagione 98/99, quella della serie A. IN panchina prima Delio Rossi, poi Oddo. E quella di oggi al «Curi» sarà anche un po' la sua partita. «Direi di sì, sono passati dieci anni, ma le mie origini le ricordo bene e le porto sempre con me. Non sono uno che sputa nel piatto dove ha mangiato, anzi cerco di mantenermi sempre umile. Se sono riuscito ad arrivare dove sono adesso lo devo anche alle esperienze con il Perugia e la Salernitana». A chi si sente più legato? «Senza dubbio alla Salernitana, soprattutto per l'affetto della gente, per il calore dei tifosi. Quella retrocessione con i granata mi brucia ancora dentro perchè fu immeritata e resta una delle più grandi amarezze della mia carriera. A Perugia ho cominciato a giocare al calcio, poi il mio addio fu traumatico, andai via anche perchè capii che con Gaucci non si andava lontano e i fatti mi hanno dato ragione». Perugia-Salernitana, chi vince? «Spero la Salernitana, una squadra costruita per vincere il campionato. Leggo che allo stadio Arechi vanno sempre in diecimila, questa rappresenta una grande forza, sicuramente una carta in più da poter mettere sul tavolo della promozione». Da chi dovrà guardarsi la Salernitana? «Credo che la forza del Perugia stia innanzitutto in Cuccureddu, l'allenatore, un vero marpione della categoria. Ecco, giocando ipoteticamente con la Salernitana, se potessi togliere qualcuno agli avversari deciderei per il tecnico». E invece chi può essere decisivo tra i granata? «Sicuramente Arturo Di Napoli, un attaccante di grandi qualità che potrebbe giocare tranquillamente in categorie superiori. E poi c'è Luca Fusco che giocò con me in A, un difensore completo. Ma nel calcio si sa, per vincere c'è bisogno di undici che giocano bene, conta il collettivo più di ogni altra cosa». Salernitana e Perugia, insieme in B. Ci sta? «Perchè no. Magari con la Salernitana prima e il Perugia secondo attraverso i play off. Andrebbe sicuramente bene e poi non è un azzardo. Ripeto, la Salernitana è stata costruita per tempo e con l'obiettivo di vincere il campionato, il Perugia invece è stato costruito in corsa. Ma sono sicuramente tra le squadre migliori di tutta la C». Lo manda un messaggio a Perugia e Salerno? «Certo. Stiamo parlando di due città bellissime e di due tifoserie importanti. Se dovessi scegliere direi Salerno, veramente una città che mi è rimasta dentro per la bellezza del posto e per il cuore e l'affetto della gente e dei tifosi. Sfrutto l'occasione per salutare tutti e in maniera particolare quelli che mi vogliono ancora bene». Sa che anche a Perugia di tifosi della Salernitana ce ne saranno tanti? «Non mi sorprende. La Salernitana sta andando bene, lotta per un traguardo importante e i tifosi sono presenti. La loro presenza può dare sicuramente una carica in più ai calciatori che vanno in campo. La passione della gente ti sprona a dare sempre il massimo».
Nessun commento:
Posta un commento