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mercoledì 16 dicembre 2009

La Salernitana alle prese con gli infortuni

Lo stop di Luca Fusco è soltanto l'ultimo di una lunga serie. Prima del capitano sono stati costretti a mordere il freno, tra gli altri, i vari Cozza, Millesi, Jadid, Carcuro, Soddimo, Capone ed altri ancora. Infortuni di vario genere che non sono soltanto frutto della… sfortuna, ma sembrano avere lo stesso comune denominatore. A quanto pare, infatti, ci sarebbero una serie di fattori che aumentano statisticamente il rischio di noie muscolari per gli atleti durante la stessa stagione agonistica. Una preparazione fisica a singhiozzo, il valzer di allenatori (con conseguente cambio di preparatori atletici), le superfici su cui ci si allena, giocatori fermi da tempo ed anche le condizioni climatiche sono elementi che contribuiscono ad innalzare l'incidenza di stop fisici da parte dei calciatori. La Salernitana, purtroppo, sembra avere fatto strike da questo punto di vista. Durante il romitaggio estivo a Nocera Umbra, ad esempio, la squadra non era ancora al completo; i tre cambi sulla panchina granata ed ancora l'arrivo di elementi fermi da tempo, le diverse condizioni dei campi di allenamento (talvolta, anche se quest'anno fortunatamente di rado, si è lavorato sul sintetico) ed infine le condizioni climatiche della stagione fredda hanno fatto il resto. Un'epidemia di infortuni, insomma, che avrebbe le stesse - profonde - radici. Fin dal ritiro estivo di Nocera Umbra, tanto per intenderci. Secondo recenti studi di medicina dello sport, infatti, la prevenzione degli incidenti di natura muscolare si fa attraverso una preparazione atletica importante ed omogenea nei mesi di luglio ed agosto. Facile intuire che la truppa granata sia partita con il piede sbagliato se si considera che molti degli atleti attualmente in organico sono giunti alla corte del presidente Lombardi alla spicciolata. Quando, cioè, la squadra stava già lavorando da tempo nella quiete di Nocera Umbra. Difficile, se non impossibile, per il preparatore atletico di turno riuscire a dare ad un gruppo non ancora definito uno stesso standard di lavoro. Fin dall'inizio, insomma, c'era chi è stato costretto a recuperare sulla tabella di marcia stilata dallo staff atletico rispetto al resto della truppa. Stesso discorso per chi è arrivato qualche settimana più tardi ed ancora di più per chi si è aggregato a ritiro ultimato. Non solo. Gli avvicendamenti tecnici, a quanto pare, hanno contribuito a fare il resto. Già, perché sovente con un nuovo allenatore arriva puntuale anche un nuovo preparatore atletico. Ognuno con una sua personale tipologia di lavoro. Tutte sicuramente valide. Il problema, però, si registra quando anche i muscoli degli atleti sono costretti a cambi di lavoro a seconda dei diversi preparatori atletici. Gli intoppi muscolari di tipo indiretto sarebbero molto più frequenti in questi casi. Altro discorso, poi, è quello relativo ai calciatori giunti a Salerno dopo un lungo periodo di inattività. Gli svincolati, tanto per intenderci. In tal caso, non avendo il ritmo di allenamento nelle gambe si è costretti a mettersi al passo al più presto con evidenti rischi di traumi muscolari in quanto la fibra viene sollecitata dopo un lungo periodo di inattività o di scarsa attività. Sarà un caso, ma i vari Millesi, Jadid e Capone sono finiti tutti in infermeria per noie riconducibili sempre ad aspetti muscolari. Come se non bastasse ci si mette anche la stagione fredda. Con l'inverno, infatti, aumenta la viscosità del muscolo che diventa automaticamente più pastoso e meno elastico. Più facile quindi che sia soggetto a traumi.

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