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mercoledì 2 dicembre 2009

Grassadonia pensa a Fava e Montervino


Peschiera del Garda. Meglio lontano da tutti. Meglio nel silenzio. A Peschiera del Garda Gianluca Grassadonia deve farsi ispirare da quel raggio di sole che ieri ha rotto la malinconia sotto i cieli di piombo veronesi. La società intende ancora preservare il silenzio stampa. Meglio far correre le gambe e lasciare in gabbia la lingua. Probabilmente i granata torneranno a parlare alla vigilia della sfida con il Mantova. Delicata. Importantissima. Anche per i virgiliani che sono caduti sotto il fuoco nemico al Martelli. Colpiti, tramortiti, straziati. Un po’ come era successo alla Salernitana contro il Gallipoli. Grassadonia lo sa. E sa anche che non può veder sbagliare ancora i suoi ragazzi. E allora lavora. Di fioretto e d'ascia. Perché il mister sa di dover intervenire su muscoli e cervello. Grassadonia non è come tutti gli altri. Per lui Salerno è casa, orgoglio, scommessa. Da quando è arrivato a Peschiera il tecnico ha lavorato molto sull'aspetto motivazionale. Via equivoci e malintesi. Gioca chi ha cuore. Gioca chi ha intenzione di tatuarsi addosso il granata. Non serve alzare la voce. Serve solo essere decisi. E la prima scrematura si fa tra campo e palestra. Lavorando duro e osservando gli occhi dei ragazzi che passano avanti e indietro. Poi sarà anche l’infermeria ad indirizzare le scelte del tecnico. Il campo, a dire il vero, fin qui ha offerto indicazioni mirate. C’è chi galleggia e chi affonda. Ma visto che la Salernitana in questo momento è finita decisamente in apnea Grassadonia dovrà affidarsi a gente dai sette polmoni e dal cuore d’oro. Il mister lavora sulle velocità: di esecuzione e di pensiero. Sta insistendo molto in questi giorni proprio su questo aspetto. Chi porta palla non dovrà più sentirsi solo in balia dell’avversario. Paure e incongruenze dovranno essere spazzate via in fretta. Anche perché il fondo, probabilmente, è già stato toccato. Il tecnico granata potrebbe poi essere aiutato nelle scelte di campo dal rientro di Dino Fava e Francesco Montervino. Due pedine che potrebbero rivelarsi di valido supporto per attacco e mediana. In questo momento, con la Salernitana alla ricerca di un equilibrio di squadra che tarda a venire, l’innesto di qualità mista ad esperienza potrebbe essere considerato molto importante. Appaiono, invece, quasi del tutto scontate le scelte per il reparto arretrato, considerata la squalifica ancora pendente sul capo di Kyrazis e Fusco. Ma saranno decisivi i prossimi giorni per capire fino in fondo da quali ispirazioni si è fatto muovere Grassadonia. L’esperienza Chievo E magari il tecnico, fermatosi per questo ritiro a due passi da Veronello, casa del Chievo, avrà avuto modo di pensare nelle lunghe notti veronesi alla sua breve esperienza sotto la gestione di Gigi Del Neri. Anche lui grande amante del 4-4-2. Modulo, per carità, da rivedere, smontare e rimontare. Dal quale, però, non prescindere mai in fase di realizzazione di un preciso modello di gioco. Grassadonia con i ”mussi volanti” aveva collezionato solo un paio di presenze. Del Neri all'arrivo del ragazzo a Veronello, sei anni fa, si era limitato a dire: «Lo considero un giocatore ordinato, pulito nei movimenti e nelle giocate. Tiene la testa sgombera da ogni pensiero. Pare sia già un allenatore in campo». Il buon Gigi aveva visto giusto in largo anticipo. Grassadonia, oggi, dovrà davvero cercare di tenere la testa libera da ogni tormento. La storia si fa adesso. Un raggio di sole su Peschiera ha portato speranza. Ma servirà molto di più per cambiare la storia sbagliata di una stagione ancora tutta da vivere.

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