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giovedì 16 aprile 2009

L’Albinoleffe e la dynasty Madonna


Sabato rientra da un turno di squalifica Nicola Madonna, il figlio dell'allenatore Armando. Sarà stato un caso, tuttavia a Mantova non c'era e l'Albinoleffe ha perso per 1-0, dopo 3 vittorie e un pareggio. In stagione ha segnato sei gol, tanti per un centrocampista non tanto offensivo, e smazzato alcuni assist, fra cui il 4-1 di Ruopolo al Grosseto e il 2-2 di Laner ad Ascoli. Il bello è che papà Armando aveva chiesto che venisse ceduto per evitare di essere accusato di favorire il figlio. È stato il presidente, Gianfranco Andreoletti a insistere perchè puntasse su Nicola (nella foto). La squadra è al settimo posto, con 51 punti, adesso i Madonna sono un po' meno in imbarazzo rispetto a inizio stagione, quando il padre allenatore impiegava il figlio temendo che i tifosi orobici e gli addetti ai lavori sorridessero di fronte alla sua scelta. «Avevo fiducia nelle qualità di mio figlio - racconta - il problema era proprio di opportunità. Mi fa piacere per Nicola, che ha segnato l'ultimo gol a Vicenza, un mese fa. Il quadro però resta complicato». Il timore di Madonna padre è di essere scambiato per un involontario primo procuratore del figlio. «Non so nemmeno chi lo segua, a livello contrattuale. Non abita con me, quelle poche volte che ci vediamo non parliamo di quanto succede al campo». Nicola Madonna viene dalle giovanili dell'Atalanta, il genitore è diventato suo allenatore dallo scorso maggio, quando venne esonerato Elio Gustinetti. «Avremmo preferito evitare questa situazione strana - conferma il figlio, 22 anni - che si presta a fraintendimenti. La società ha voluto trattenermi, la coesistenza sta andando bene, sono contento». L'Albinoleffe è l'ambiente ideale per sopportare questa piccola dynasty, la squadra si batte per i playoff e i compagni di Nicola Madonna non fanno nemmeno battute, su padre e figlio. «Tutti sanno la situazione - aggiunge Nicola - fanno il possibile per renderla normale. Sono più problemi nostri, che ci facciamo da soli, io e papà». Il quale Armando è stato giocatore di serie A, nell'Atalanta e nella Lazio, arrivando a segnare anche 13 gol in una stagione, ma in B. «Mio figlio è più difensivo, più duttile rispetto a me. Il problema è che deve sempre far bene, altrimenti qualcuno potrà sempre dire che gioca perchè è figlio del mister. Psicologicamente stiamo imparando a convivere con l'anomalia». Viene in mente Cesare Maldini, quando dal '96 al '98 allenò il figlio Paolo in nazionale, di cui era capitano. «Accadde anche al Milan - ricorda Nicola Madonna - La differenza è che Maldini era già un campionissimo, così il ruolo del padre allenatore era più semplice». Madonna junior ha il contratto sino al 2011, il padre fino al 2010. A fine stagione potrebbero separarsi, il figlio è più pronto del padre per la serie A. «L'obiettivo adesso sono i playoff - dicono in coro - con 5 partite su 8 da disputare in casa e la salvezza già in tasca».

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