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mercoledì 1 aprile 2009

Castori: quattro vittorie e ci salviamo



Giubbino stretto, quasi a volersi proteggere dagli attacchi che gli sono piovuti addosso nelle ultime settimane. Poi la voglia di parlare che traspare chiara. D’altronde lui stesso ha sottolineato che il silenzio stampa non lo farebbe mai perchè gli impedisce di spiegare le sue ragioni alle fine delle partite. Castori sempre più sotto pressione: ora anche i tifosi ce l’hanno ufficialmente con lui, gli ultrà Salerno hanno esposto un unico striscione al campo Volpe: «Castori vattene». «Rispetto l’opinione di tutti e in particolare dei tifosi, ma non mi faccio demoralizzare da queste cose. Il mestiere dell’allenatore prevede di poter allenare in un ambiente dove sei osannato, oppure in un ambiente dove sei contestato. Io vado dritto per la mia strada». Crede nella salvezza? «Esattamente quanto ci credevo prima. Ho forse la faccia di chi non ci crede più? Ci credo eccome». Ma come si raggiunge la salvezza? «Vincendo quattro partite e noi le vinceremo. All’Arechi o fuori le vinceremo, dovremo scendere in campo con questa mentalità». La Salernitana ha la forza per farlo visto la discontinuità di risultati? «Punto primo: per raggiungere un obiettivo bisogna pensare positivo. Punto secondo, la continuità se viene intesa come pareggi serve a poco. Meglio vincere una gara e perderne due, invece di perderne una e pareggiarne due». A Vicenza perchè ha schierato Fragiello? «Perchè era l’unico centravanti di ruolo rimasto per le tante assenze e per la febbre che ha colpito Di Napoli. E poi Fragiello a me è piaciuto, con la sua fisicità si è fatto rispettare, peccato per le due palle gol che ha fallito. Tra l’altro è un giovane di 24 anni, uno dei pochi giovani di proprietà della Salernitana, quindi va valorizzato». Ma è arrivata un’altra sconfitta. «Sì, ma l’arbitro ci ha annullati due gol regolari. E sul loro primo gol siamo stati ingenui a farci prendere la mano. Eravamo in fiducia e volevamo giocare la palla sul campo pesante e così abbiamo preso gol con una ripartenza. Da quando sono tornato è la prima volta che capita perchè quasi tutti i gol li abbiamo subiti da palla inattiva». Ha ascoltato lo sfogo di Lombardi? «No perchè ero a casa mia a Tolentino. E negli spogliatoi quando ci siamo incontrati abbiamo parlato d’altro. E poi adesso non è il caso di spostare gli obiettivi: io penso solo alla salvezza». Ammmette di aver commesso degli errori? «Di queste cose voglio parlare a fine campionato, i consuntivi non si fanno adesso anche se ribadisco che il mio primo esonero, punti alla mano, non l’ho coniviso». Ma cosa è che non sta funzionando? «La partita di Vicenza è stata condizionata dalle avversità che ci hanno colpito nella settimana. Avevamo quattro giocatori influenzati, poi nel giorno della vigilia si sono aggiunti Di Napoli e Tricarico». L’ingresso di Merino è stata una provocazione? «Ma quale provocazione? Mi si può dire tutto, meno questo perchè ho un grande rispetto per i calciatori. Merino non potevo metterlo prima perchè rischiavamo in caso di infortuni di restare in nove perchè non c’erano più cambi». Con il Treviso è la partita della vita? «Da qui alla fine sono tutte partite della vita, su nove dobbiamo vincere almeno quattro. Certo, adesso andremo ad affrontare l’emergenza difensiva, mi è rimasto solo un centrale, Kyriazis. Sto adattando Fatic. A destra da terzino sto provando Russo e poi c’è anche Soligo». Una battuta: anche a lei la formazione la fa Berlusconi o la fa qualcun’altro? «Mai nessuno mi ha fatto la formazione. Scelgo con la mia testa e vado avanti con le mie idee. E anche adesso vado avanti per la mia strada».

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