
Salvatore Pinna deve molto, forse tutto, a un allenatore in particolare, Antonello Cuccureddu. Il portiere della Salernitana, autentico protagonista in queste prime due giornate di campionato di B, fu lanciato proprio dell’ex difensore della Juventus, l’anno scorso tecnico del Perugia. Tutti e due sardi, abitano a trenta chilometri di distanza (il tecnico è di Alghero, il portiere è di Sorso un paese della provincia), si sono incontrati professionalmente in Sardegna, alla Torres. «Un campionato straordinario, era l’anno in cui nel girone sud c’era il Napoli. Ebbene, in quel campionato pareggiammo al San Paolo e vincemmo 2-0 in Sardegna. E Pinna fu uno dei grandi protagonisti di quelle due sfide, del resto quella grande annata che chiudemmo con la qualificazione play off si realizzò grazie anche alle grandi parate del nostro portiere». L’anno in Sardegna, poi il ricongiungimento a Grosseto la stagione successiva in Toscana. Cuccureddu cominciò la nuova avventura e chiamò il suo portiere fidato a gennaio. «Fu quella la grande chance per Pinna che lui sfruttò nel migliore dei modi. Giocò benissimo, tutta la squadra cominciò a girare e arrivarono i risultati. Ci tirammo su dai bassifondi della classifica e riuscimmo a chiudere al primo posto, a vincere il campionato senza passare per i play off». Poi le strade si divisero. «Provai a portarlo a Perugia, ma lui scelse la Salernitana perchè Fabiani gli propose un accordo importante. Fece bene ad accettare perchè Salerno è una grande piazza. L’anno scorso vinse il campionato e la giornata nera per Salvatore fu proprio all’Arechi contro il mio Perugia: a tradirlo fu l’emozione. Lui è fatto così, è un sangugino, un istintivo, deve crescere proprio sotto questo aspetto, deve essere più freddo nel tenere a bada le emozioni». Un difetto, tantissimi pregi. Cuccureddu dice di Pinna. «Tra i pali è un fenomeno, insuperabile, reattivo e dotato di grande esplosività. Ha una grinta strardinaria, non vuole mai perdere e con gli anni si sta migliorando grazie a una grande applicazione durante gli allenamenti. Le uscite alte non sono un suo punto debole perchè ha i tempi giusti. E poi ci sono tanti portieri alti due metri che non abbandonano mai la linea di porta per andarsi a prendere un pallone in mezzo all’area di rigore».
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