
Chi sa quante volte Fabrizio Castori, in questi ultimi giorni, avrà ripensato alle parole dette ai cronisti alla vigilia della sfida con la Triestina, il primo dei due consecutivi impegni casalinghi che hanno fruttato appena un punto alla Salernitana. A chi gli faceva notare che con il bottino pieno, si poteva tentare la fuga, Castori rispose: «Guardo una partita per volta, la squadra non deve commettere questo errore: pensiamo prima alla Triestina, poi al Pisa». E così la Salernitana si è giocata un importante bonus, scivolando in 180 minuti dal primo al terzo posto, in condominio proprio con due squadre che le facevano compagnia due turni fa (Albinoleffe e Grosseto). Ma cosa sta accadendo in casa granata? Innanzitutto, come non si esultava dopo Modena così non bisogna buttarsi giù ora dopo questo passo falso e mezzo. La Salernitana è una squadra con un organico non eccellente per la categoria anche se dispone di un giocatore, Di Napoli, che può fare la differenza anche in serie B, venendo, però, gestito in maniera saggia. Per farlo, Castori ha pensato di impostare la squadra in un certo modo e di schierare Re Artù in una particolare posizione del campo (alle spalle della punta avanzata, con due esterni che lo aiutano). Giocando in questo modo, accade, però, che Di Napoli è costretto a partire da lontano, a spendere più energie e ad arrivare in zona tiro con scarsa lucidità. Tra un rigore e l’altro è andata bene fino a Modena. La Triestina ha messo in mostra tutte le pecche di questa squadra, proprio in una serata in cui a Di Napoli gli si è annebbiata la vista sotto porta avversaria. Due occasioni da gol mancate in modo clamoroso e una prodezza del portiere avversario (Agazzi) avevano lasciato a bocca asciutta il bomber granata e, quindi, tutta la squadra. Del resto, la Salernitana su sei reti messe a segno, ne ha realizzate solo due su azioni e, guarda caso, in entrambe le occasioni è stato Di Napoli a gonfiare la rete avversaria. Non c’è dubbio che la squadra di Castori ha problemi nell’elaborare la manovra. Centrocampo senza un vero ispiratore, due esterni costretti a dare una mano in copertura e, quasi frenati, nella fase offensiva. È il caso di Scarpa, ad esempio: l’ex paganese ha qualità tecniche che hanno spinto la Salernitana a regalargli la serie B nonostante l’età non più giovane. Eppure, a Scarpa vengono affidati compiti che non si addicono alle sue caratteristiche. Ora la Salernitana deve affrontare l’ultima settimana di un tour de force che ha regalato gioie e dolori. L’impegno di Coppa Italia con il Sassuolo giunge proprio in un momento poco indicato. Una sfida proprio contro una delle squadre più in forma in serie B, nonostante la sconfitta iniziale subita proprio all’Arechi. Inoltre, la società granata tiene molto a questa partita: la vincente, come è noto, andrà al San Paolo a sfidare il Napoli. Gloria ma, soprattutto, la quota incasso fanno gola al club. Difficile per Castori tenere a riposo qualche titolare, visto anche l’orga
Nessun commento:
Posta un commento