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venerdì 11 aprile 2008

Tudisco: «Juve Stabia vittima predestinata»


Dici Juve Stabia, pensi Juve Stabia, ricordi Juve Stabia e la prima cosa che viene in mente ai tifosi granata è la finale play off del San Paolo, quella che nel 1994 regalò la serie B. Ai tifosi tornano subito in mente i due gol di Ciccio Tudisco, l’eroe di quella partita: due gol importantissimi e belli, due gol con tiri da fuori, poi Breda completò l’opera. «Una partita indimenticabile, una gioia unica, tra le più belle della mia carriera. Anzi, direi la più bella, anche se con la Salernitana di emozioni ne ho vissute tantissime con i due campionati di B, uno con Rossi e l’altro con Colonba, in cui arrivammo ad un passo dalla serie A». La Juve Stabia ultimo ostacolo verso la B: 14 anni dopo la storia si ripete? «Ora come allora la Salernitana è più forte, quindi favorita. Allora era una finale, quindi una partita molto sentita. Ora sarà un derby di campionato importantissimo perchè mancano solo quattro partite alla fine». Chi vincerà? «La Salernitana, senza ombra di dubbio e scaramanzie a parte. La Salernitana è più forte, gioca in casa davanti ai suoi tifosi ed ha ormai a portata di mano un traguardo importantissimo. Quindi, vincerà la Salernitana». Come? «Lottando su ogni pallone con grande determinazione. Nel calcio nessuno ti regala niente, questo si sa e il Martina lo ha ricordato proprio alla Salernitana. La Juve Stabia giocherà in maniera ruvida, non regalerà nulla. La Salernitana per vincere dovrà sudare, questo è scontato». Consigli? «Nessuno, nella Salernitana c’è un direttore generale esperto in grado di dare ottimi consigli. L’allenatore è esperto e il gruppo dei giocatori è solido costituito da elementi di esperienza. Conosco bene Ambrogioni, ogni tanto ci incontriamo a Salerno sotto casa sua, eravamo compagni a Martina. Ho giocato anche qualche mese ad Avellino con Piccioni». Chi sarà determinante? «Facile dire e pensare Di Napoli, il valore aggiunto della Salernitana, un elemento di categoria superiore. Ma per vincere una partita e per vincere un campionato non basta un solo calciatore, c’è bisogno della forza della squadra. E la Salernitana ha una squadra forte». Sarà allo stadio? «Non credo. Rimando al prossimo appuntamento, quello contro il Pescara che speriamo possa essere l’ultimo per la serie B. Magari verrò all’Arechi con la mia moglie Alice e i mie due figli Gabriele ed Emiliano, tutti salernitani d’adozione e tifosi della Salernitana. La mia famiglia da anni abita a Salerno». Quindi, manca poco alla festa? «Sì, manca poco, ritengo manchino ancora sete-otto punti. Contro l’Ancona la Salernitana ha superato l’esame più impegnativo, il vantaggio di tre punti a quattro giornate dalla fine può essere determinante». Un pensiero ai tifosi. Che messaggio manda a Salerno? «Che è una piazza da serie B e anche di più. I tifosi lo dimostrano ogni domenica con le loro presenze alo stadio Arechi e in trasferta. Si sta ricreando l’entusiasmo dei vecchi tempi».

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