
«Il Volpe è un disastro, l’Arechi è in condizioni pietose e noi facciamo fatica ad allenarci». Le dichiarazioni di Arturo Di Napoli, al termine del match di lunedì sera con il Crotone, riaprono una ferita che probabilmente non si è mai chiusa. L'atavica carenza di campi di gioco, infatti, rischia di pregiudicare il cammino della Salernitana in questa stagione. A tal punto che i granata, spesso e malvolentieri, sono costretti a ripiegare sul sintetico di Casignano, con tutti i rischi che un campo del genere comporta. «Io - ha ribadito Di Napoli - sul sintetico non mi posso allenare. Con ogni probabilità il problema pubalgico che mi porto dietro da oltre un mese è stato amplificato proprio dai campi in erba artificiale. Così come me ci sono tanti altri miei compagni a rischio per le pessime condizioni dei campi in cui siamo costretti a lavorare». Di Napoli stavolta non le ha mandate a dire. Dopo un lungo periodo di diplomazia e di mediazione (la storia è vecchia), Re Artù ha lanciato accuse pesanti. Cosa fare per risolvere il problema? Una domanda a cui nessuno, fino a questo momento, è riuscito a dare una risposta concreta. La Salernitana, anche in questa stagione, dispone di due campi in esclusiva: l'Arechi ed il Volpe. Il primo è gestito direttamente dal Comune di Salerno. Il Volpe, invece, è di competenza della società granata. Per quanto riguarda il Volpe, il cui manto erboso è sempre più una chimera, il presidente Lombardi ha dichiarato che alla fine della stagione provvederà a rifare il drenaggio della struttura ex novo. Per il momento, dunque, bisognerà arrangiarsi tra pozzanghere e buche che rischiano di minare caviglie e legamenti dei calciatori. Capitolo Arechi. Al momento la Salernitana dispone di una convenzione esclusivamente per le partite domenicali nel principe degli stadi. I granata, cioè, non possono allenarsi durante la settimana in quanto dal comune (ufficio verde pubblico) non hanno mai ricevuto una richiesta del genere. Non solo. A quanto pare, la società granata avrebbe ricevuto anche un richiamo ufficiale da Palazzo di Città perchè si sarebbe allenata nella zona franca del prato senza autorizzazione, anziché sfruttare soltanto la palestra dello stadio. Altro discorso, poi, è quello relativo al pessimo drenaggio della struttura. Basta un po’ di pioggia per rendere l'Arechi un pantano. Sulla questione interviene Roberto Breda, assessore allo sport del Comune di Salerno. «Il drenaggio dell’Arechi ha sempre avuto problemi del genere in questo preciso periodo invernale. Non è semplice risolvere la questione. Per il momento è opportuno utilizzarlo il meno possibile. Dopo, invece, sarà possibile lavorarci anche tutti i giorni». Breda prova a chiarire il concetto. «Rispetto a molti altri campi, l'Arechi soffre soltanto in questi tre mesi (dicembre, gennaio e febbraio). Superata la fase critica, il manto erboso si riprende e diventa tra i migliori in assoluto, mentre gli altri campi ancora stentano». Breda conosce bene l'Arechi: è stato per anni il capitano della Salernitana e detiene il record di presenze con la maglia granata. L'attuale tecnico della Primavera della Reggina storce il muso quando sente parlare di infortuni imputati al terreno di gioco. «Dare la colpa ai campi mi sembra un po' troppo semplicistico. Salerno ha sempre avuto problemi del genere e gli infortuni a volte ci sono stati, altre no. È logico, invece, che allenarsi in una struttura importante premia la qualità del lavoro. Come amministrazione comunale credo che più di mettere a disposizione due strutture sia difficile. La soluzione? A Reggio Calabria la prima squadra si allena su sei campi di proprietà della società».
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