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giovedì 15 novembre 2007

Palladino in azzurro ringrazia Gregucci «Con la Salernitana esperienza decisiva»


Contro la Scozia, gara decisiva per la qualificazione agli Europei, Donadoni ha lasciato a casa Del Piero per chiamare Raffaele Palladino, un giocatore che i tifosi della Salernitana conoscono molto bene. Proprio grazie alla Salernitana ha infatti spiccato il volo verso il grande calcio. Palladino, nato a Mugnano, vicino napoli, 23 anni fa, si aggiunge alla ricca colonia di giocatori della Salernitana che hanno giocato in Nazionale, da Gattuso a Di Vaio, passando per Fresi, Iuliano e lo stesso David Di Michele anche se questi ultimi due sono poi, in tempi diversi, scivolati ai margini della maglia azzurra. Un tocco di granata, quindi, nella Nazionale e la prima convocazione per Palladino, che nel frattempo era già diventato un punto fermo della Under 21. Palladino in tutte le sue interviste non ha mai nascosto la sua gratitudine verso chi nel 2004 lo portò a Salerno per "farsi le ossa": «Devo ringraziare la Salernitana che ha creduto in me quando ero poco più di un ragazzino. L'esperienza di Salerno mi è servita molto per maturare sia come uomo che come calciatore. Sono ancora molto legato a mister Gregucci che mi ha insegnato moltissimo su come muovermi in campo e mi ha dato tanta consapevolezza nei miei mezzi». Queste le parole di Palladino rilasciate poco più di un mese fa, nel momento in cui Ranieri si è accorto di non poter fare a meno di lui anche in un ruolo non propriamente suo, quello di esterno di centrocampo. Arrivò nel 2004 direttamente nel ritiro di Tenna con il suo procuratore, Vincenzo Ferrara, fratello del più noto Ciro, chiedendo subito di poter unirsi ai suoi compagni che stavano già sudando da un bel pezzo sul campo agli ordini di mister Ammazzalorso, poi sostituito da Gregucci. Il tempo di posare i bagagli e Palladino cominciò subito a stupire per la sua naturalezza nel toccare il pallone. Quell'anno dalla Primavera della Juventus arrivarono lui e Benjamin, grazie ai buoni rapporti tra l'ex presidente Aliberti e la dirigenza juventina. Tra i due fu Palladino a catalizzare l'attenzione dei grandi club per la sua naturalezza nel toccare la palla ed i risultati furono entusiasmanti: 39 partite e 15 gol al suo primo anno in serie B. Quell'anno la Salernitana si salvò soprattutto grazie ai suoi gol ma, nonostante la sua volontà di restare in granata, la Juventus lo trasferì al Livorno. Quella Salernitana fu poi cancellata dal calcio ma in Raffaele Palladino resta vivo il riconoscimento verso una città che lo ha adottato e che gli ha fatto spiccare il volo.

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