Otto giorni fa l’indebitata Salernitana, attraverso le quote dell’indebitata (ha un debito verso il socio unico che le ha venduto, appena nata, il 99,9% delle azioni, il socio dell’una e dell’altra è Antonio Lombardi) Energy Sport, ripassava da Cala al costruttore di Vallo: atto dinanzi al notaio Mazzarella a Vallo dopo l’atto di 6 giorni prima davanti ad altro notaio col quale il paisá prendeva possesso delle azioni. Cioè il giorno dopo la scadenza dei pagamenti del secondo trimestre (stipendi, Enpals, Irpef) concludendo così una vicenda iniziata giovedì 10 (Lombardi porta Cala prima all’Ance e poi in sede), giorno nel quale un collaboratore delle societá riferiva ad altri - ancora ignari dirigenti - di aver visto un americano che aveva mostrato titoli, conti e depositi bancari con cifre a 7 zeri che lasciavano intravedere un futuro radioso, scenario poi confermato da Lombardi nell’improvvisata conferenza stampa, «dopo 7 mesi di trattative ho lasciato la Salernitana nelle mani di uno meglio di me».
Che fosse passaggio avventato, senza verifica, neanche a campione, della contabilitá, che ci fossero 700mila euro subito a ballare, che fosse il tentativo disperato di Lombardi di allontanarsi dall’onta dell’ennesimo inadempimento, è stato raccontato sin dal primo giorno (la Cittá, 13 febbraio). Dalla vicenda - c’è chi ha invocato l’intervento «di Finanza e Procura» (il vice presidente federale Macalli il 16 febbraio a Professione calcio, «a Salerno si va così da anni») e chi ha parlato di «pagliacciate, porcherie» (De Luca) - emergono nuovi risvolti che stridono con l’immagine che da anni Lombardi ha provato a dare di sé. A dirigenti, collaboratori, amici influenti, avrebbe raccontato la propria versione: raggirato, preso in giro da Cala, quello che aveva definito pubblicamente (11 febbraio) «il mio grande amico Joseph», e che si sarebbe ripreso la Salernitana solo «per traghettarla evitandone il fallimento». Dove e come spunta Cala è un puzzle in via di composizione, però ci sono elementi, dichiarazioni ufficiali e confessioni che aiutano. Il contatto lo raccontò la fidanzata di Jo’, la farmacista Carmela Lista di Casal Velino: «Un amico del commercialista di Lombardi». Romaniello, il presidente pure del collegio sindacale del club? La signora Lista (nei giorni scorsi sporta denuncia ai carabinieri di Mondragone per presunte minacce relative alla vendita della farmacia) è proprietaria di alcuni immobili e pare che in uno di questi Romaniello abbia uno studio (ora, dicono in paese, vorrebbe cacciarlo perché ha trattato male Joseph). Sarebbe stato lui a far inserire nel contratto di passaggio di quote la clausola espressa di rescissione. Ma Lombardi si fidava di Cala? Aveva verificato le credenziali dell’acquirente come prassi e ragionevolezza impongono a qualsiasi venditore? Dal racconto fatto ad amici emerge questo: Cala mostra le lettere di accreditamento della filiale di Milano del Monte Paschi di Siena. Descrivono 15 milioni sul conto aperto all’occorrenza.
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