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giovedì 22 settembre 2011

I prossimi avversari: il Sora

Il logo dell'ASD Ginnastica e Calcio Sora (fonte internet)

Domenica i ragazzi di Perrone saranno di scena al Tomei di Sora, in casa dell’unica compagine del girone che vanta presenze abituali nei campionati professionistici. I bianco-neri hanno infatti all’attivo 7 campionati di C1, 6 di C2 e 2 nel suggestivo girone unico di C degli anni ‘40. Proprio nel 1940-41 Salernitana e Sora avrebbero dovuto dar vita all’unico precedente, ma i laziali si ritirarono dal campionato prima del suo inizio e per questo domenica, 70 anni dopo, andrà in scena un inedito.

Le storie di Sora e Salernitana per molti versi si assomigliano: godono di due tifoserie molto passionali ed entrambe subirono un fallimento nell’estate del 2005 quando erano rispettivamente in B e in C1. A Salerno arrivò Lombardi che sfruttò il lodo Petrucci, a Sora non andò peggio perché non arrivò nessuno e gli ultras, da soli, imbastirono l’iscrizione nelle categorie provinciali di Frosinone dimostrandosi pronti a sostenere i propri colori anche economicamente. Nel corso del primo anno furono costretti a rinominare la squadra in Città di Sora; con la promozione e l’arrivo di una società completa si perfezionò anche il ritorno al nome originario. A 6 anni di distanza le 6 categorie di differenza rispetto al 2005 si sono annullate e il Sora si appresta ad affrontare il suo 26° campionato di Serie D, sotto la neo-presidenza di Massimo Paoloni imprenditore romano nel settore edilizio e costruttore, arrivato ad agosto. Come ricordava mister Luiso, il Sora è una neopromossa, vincitrice del girone B di Eccellenza Laziale. Ciò che Luiso non ha ricordato è che i 79 punti conseguiti nella stagione regolare non sono bastati per la promozione diretta.

Tifosi e giocatori sorani avevano già festeggiato la matematica promozione con giornate di anticipo; prima dell’ultima di campionato però, l’amara scoperta: erano stati restituiti tutti e 8 i punti di penalizzazione inizialmente inflitti al Lupa Frascati e le due squadre erano tornate in parità. Per Sora è stato come piombare in un incubo, Luiso ha dovuto vestire i panni dello psicologo per restituire ai suoi uomini concentrazione e tensione agonistica per ripetere un’impresa che si era festeggiata in anticipo. Come previsto la promozione si è decisa con uno spareggio in gara unica, disputata a Roma contro il Lupa Frascati. Una specie di Roma-Lazio dilettanti, visto che a Sora si tifa bianco-celeste e a Frascati giallo-rosso.

Ci è voluta una prodezza di Scarpato e tanta sofferenza per difendere il risultato in 10 contro 11. Ma alla fine tifosi del Sora (quasi tutta la città era sugli spalti del Flaminio) hanno potuto esultare di nuovo, questa volta per davvero.

Se chiedete ai sorani quale partita attendono di più, vi risponderanno tutti allo stesso modo: quella col Monterotondo Lupa. Non per una rivalità con la squadra ma per la presenza di Sandro Pochesci, allenatore l’anno scorso proprio del Lupa Frascati, sulla panchina dell’attuale capoclassifica. Pochesci è divenuto per Sora ciò che Mazzone è per Bergamo, il nemico pubblico numero uno e lo ha fatto con le medesime modalità: eccessiva e colorita esultanza in occasione della vittoria 2-1 del Frascati al Tomei nel gennaio 2011. Esultanza che Pochesci ha inscenato nel settore ospiti dopo l’espulsione e che gli è costata una squalifica per comportamento provocatorio che incitava alla violenza. Sora ha consumato la sua vendetta nel sopracitato spareggio, al termine del quale Luiso si è tolto qualche sassolino dalla scarpa dicendo che se avesse allenato il Frascati avrebbe vinto il campionato con 300 punti e definendo Pochesci ironicamente “lo Special One”. Pochesci dal canto suo, non si presentò in sala stampa e, raggiunto telefonicamente dopo lo spareggio perso, attribuì la sconfitta al celebre bomber Culovic (per dirla alla Mughini) che aveva aiutato Luiso. Il Sora spera di aver risolto con quella promozione e con il cambio presidenziale, i problemi economici, visto che la squadra ha vinto il campionato senza percepire 5/6 mensilità.

Dal punto di vista tattico, Luiso schiera i suoi con un 4-4-2 anomalo in cui richiede ai suoi centravanti tanta corsa abbinata a pressing. Il mister preferisce giocare palla a terra e costruire le occasioni attraverso il possesso. Molto pericolose le incursioni di Magaddino, interessantissimo ragazzo classe ‘92 di origini partenopee; ma senza dubbio l’elemento di maggiore qualità è Vincenzo Scarpato (del 1985). Piedi buoni, fantasia e visione di gioco, Scarpato salta facilmente l’uomo ed è in grado di servire l’ultimo passaggio. Di pregevole fattura la rete del 2-0 ad Anzio, con un pallonetto da 40 metri. Vietato concedergli lo spazio di cui ha goduto Fanasca a Marino. In attacco quasi certi del posto Simeoli (classe 84) e il nuovo acquisto Di Pietro, ex Pergocrema; mentre Pica non è al cento per cento e potrebbe fare spazio a Cardazzi (già un gol per lui) che si sistemerebbe un po’ più arretrato.

In difesa Luiso predica ordine e disciplina; dovrà fare a meno di uno dei veterani, Bianchi, squalificato per due giornate. Probabile la presenza dietro dei giovani Berardi e Covetti affiancati dal più esperto Balleello, con Scuoch pronto a giocare dall’inizio. Finora un solo gol subito da De Robertis, costato però la partita col Fidene. A centrocampo Errico e Sibilia si giocano un posto under ‘92, mentre Piccolo si contenderà il posto con Cardazzi. Luiso motiverà al massimo i suoi; nel suo credo c’è la consapevolezza che con la giusta cattiveria e convinzione dei propri mezzi nessun avversario è imbattibile, neanche il più quotato.

Perrone dovrà far valere il maggior tasso tecnico dei singoli e non mettere la disputa sul piano dei nervi, sapendo aspettare i momenti di pausa dei sorani, ma dettando i tempi della partita. A inizio stagione sarà difficile anche per i più giovani sorani mantenere per 90 minuti i ritmi e l’agonismo che Luiso chiede. Con il Fidene la squadra ha sbagliato l’approccio e ha giocato bene nella ripresa. Col Pomigliano è successo il contrario e la squadra ha gestito il vantaggio nel secondo tempo senza affondare.

E’ una delle trasferte più difficili della stagione, per caratura degli avversari e situazione ambientale. Il clima attorno al rettangolo di gioco, come sappiamo, risentirà del momento luttuoso che vive Sora in questi giorni e siamo sicuri che i tifosi salernitani sapranno partecipare degnamente alle celebrazioni e al lato sportivo nella giornata di domenica.

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