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mercoledì 9 dicembre 2009

Caputo segna e zittisce i tifosi

Il gol della discordia. Lo segna Caputo, attaccante della Salernitana. Un gol tanto atteso, sia da lui che dal pubblico granata, e che finisce con il far litigare l’attaccante e i suoi stessi tifosi. Caputo segna, zittisce la curva, fa infuriare gli ultrà che replicano con rabbia e disprezzo al suo gesto e alle sue successive scuse sotto la curva rispedendo al mittente la maglietta granata. Nell’anno della serie A un calciatore, dopo un gol segnato sotto la curva sud rivolse un gestaccio ai tifosi granata. Quel giocatore era un giovanissimo Fabio Cannavaro, difensore del Parma, poi diventato capitano, recordman di presenze e campione del Mondo con la nazionale azzurra. Ma in quella partita era un avversario e tra l’altro un napoletano ed ex giocatore del Napoli, cioè da un punto di vista degli ultrà granata un «rivale storico». Stavolta invece a finire nel mirino per un gesto ”offensivo” è finito un calciatore che indossa la maglia granata, fin qui molto deludente come tutta la Salernitana, Caputo, considerato tra i maggiori responsabili del fallimento stagionale e al quale un gruppo di tifosi dei distinti, che fa capo a un leader storico, ha rivolto uno striscione molto critico: «Vogliamo 11 Soligo e mai un Caputo». Il giovane attaccante, acquistato in estate dal Bari, attendeva questa gioia dalla prima giornata di campionato, quando segnò il suo unico gol contro il Frosinone. La gioia è arrivata dopo tre mesi e Caputo un’ora dopo la fine della partita in sala stampa si sforzava ancora a trovare le parole giuste, masticando il suo «intercalare barese» che ricorda un po’ quello di Cassano, per ricucire lo strappo con i tifosi. Nella sciagurata annata della Salernitana succede anche questo: non si riesce a gioire fino in fondo nemmeno per un gol e per una vittoria attesa da tanto tempo. Il fatto Minuto 29 della ripresa. Polito rilancia, Fava fa la sponda di testa, Caputo tira al primo rimbalzo e la mette nell’angolo. E’ gol, l’attaccante barese si porta il dito vicino alla punta del naso e corre verso la curva sud «zittendo» i tifosi. Arrivano i compagni, provano a coprirlo ma ormai è troppo tardi. Il gesto è compiuto anche se Caputo già dopo qualche attimo alza le mani verso la gente in segno di scusa. «Mi dispiace, non volevo offendere i tifosi, è stato un modo sbagliato per scaricare tutta la tensione che avevo in corpo. Capisco i tifosi ma vorrei però che anche loro capissero un po’ me. Ho alzato la testa dal campo e ho visto uno striscione nei distinti sicuramente esagerato nei miei confronti. Sì, ho sbagliato qualche gol, ma l’impegno non è mai mancato». Le scuse A fine partita, accompagnato dal magazziniere, per tanti anni tifoso e frequentatore della curva sud, Caputo prova a far pace con i tifosi. Va verso la rete di recinzione della curva sud, chiede scusa a mani aperte, come risposta arrivano bottigliette ed altri oggetti e c’è chi agita le aste delle bandiere. Il barese si toglie la maglia per regalarla alla curva. I tifosi però la rispediscono al mittente, la rilanciano con «disprezzo» verso Caputo. «Mi hanno detto vattene da Salerno, non ci meriti, hai sbagliato, siete ultimi in classifica e ci offendi così per un gol che hai segnato. Tienitela la maglia. Mi dispiace, ho chiesto scusa e sono pronto a farlo altre cento volte. Spero di riuscire a ricucire lo strappo magari segnando un altro gol decisivo contro l’Albinoleffe. E’ stato un gesto istintivo, non era premeditato, oppure studiato. Ho scaricato tutta la tensione per il gol che non arrivava, per l’ultimo posto in classifica, per la settimana scorsa vissuta in ritiro, per le tante critiche». La dedica e l’ammonizione Un gol «sfortunato». Lo segna, si alza la maglia, fa vedere una t-shirt con la scritta in granata: «Per la piccola Sofia». L’arbitro non ammette deroghe, lo ammonisce per perdita di tempo. «La maglietta granata non l’ho tolta ma l’ho soltanto alzata, forse a termine di regolamento non andava neanche ammonito. La dedica era per Sofia, è mia figlia di un mese mezzo. Le avevo promesso che se avessi segnato il gol era per lei». Ora Caputo è a quota due e di reti vorrebbe segnarne altre con la Salernitana. «Ho un contratto e voglio restare qui fino a giugno anche se non so cosa succederà a gennaio. Ho lasciato il Bari e sono venuto a Salerno per rimettermi in discussione, ci tenevo e ci tengo da morire. Voglio segnare tante reti e portare alla salvezza la Salernitana. Per ora i tifosi non hanno accolto le mie scuse, spero che lo facciano, non volevo offenderli, giuro che non era questa la mia intenzione». A fine partita le scuse sono state accettate dalla curva superiore e dalla tribuna. La storia dell’attaccante contestato per «l’esultanza offensiva» dopo un gol avrà un lieto fine?

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