
Conosce il tecnico Agostinelli da quando era in fasce e non vede l'ora di indossare la maglia della Salernitana. L'attaccante dello Spezia, Massimiliano Guidetti, è molto di più che un'idea per rinforzare il pacchetto offensivo granata. Il giocatore, in scadenza di contratto a giugno (assistito dal procuratore Gabriele Savino, lo stesso di Tozzi Borsoi), si dice pronto a trasferirsi all'ombra dell'Arechi. «La soluzione Salernitana mi stuzzica e mi affascina al tempo stesso - ammette il bomber che di gol in carriera ne ha fatti davvero tanti - So dell'interessamento della Salernitana, ho sentito recentemente il tecnico Agostinelli che mi ha confermato queste indiscrezioni e la cosa non può fare altro che inorgoglirmi. Fino a giugno sono di proprietà dello Spezia. Purtroppo, il trasferimento non dipende soltanto da me, ma devo ammettere che la cosa mi interessa moltissimo». Poco importa se Guidetti è costretto a scendere di categoria (con lo Spezia quest'anno ha già messo a segno 9 reti in cadetteria). «Ci mancherebbe altro - ribatte - Salerno non merita la C. Anzi. Credo che sia una città che può ambire a ben altri palcoscenici. Del resto, quando hai una media spettatori che supera le 15mila presenze puoi raggiungere qualsiasi traguardo. Nessun problema, quindi, a scendere di categoria». Guidetti conosce bene la Salernitana. «L'ultima volta l'ho vista in tv, in occasione del posticipo con l'Ancona. E' una squadra forte, di categoria superiore, e lo sta dimostrando sul campo. Il vantaggio che ha accumulato la dice lunga sulla forza del gruppo». Un gruppo che il 31enne attaccante originario di Como conosce bene. A partire dal tecnico Agostinelli. «In questo caso si può proprio dire che mi ha visto nascere. Basti pensare che mi teneva in braccio quando io ero ancora in fasce e lui e mio padre, Mario, giocavano insieme nel Napoli negli anni '80. L'ho sentito poco tempo fa e mi ha detto dell'interessamento della Salernitana». Guidetti conosce anche molti giocatori granata. Alcuni personalmente, altri soltanto di nome. «Con Ciarcià ho vinto il campionato a La Spezia. Ho giocato insieme a Soligo quando eravamo nel Lumezzane. E poi gente del calibro di Di Napoli, Fusco, Mamede e Troise sono giocatori che farebbero la differenza ovunque. Sono elementi di categoria superiore. Può fare soltanto piacere essere al fianco di chi ha giocato in massima serie per tanti anni». L'attaccante, che in C1 ha sempre superato la doppia cifra (unica eccezione una stagione a Lumezzane in cui mise a segno 7 reti) prova a raccontarsi. «Sono un attaccante rapido, che si giostra bene in area di rigore, ma predilige anche il gioco palla a terra. Non so quanti gol posso promettere. L'unica cosa certa è che bisogna farli». L'attaccante parla quasi come se avesse già addosso la maglia granata e pensa all'intesa con i vari Di Napoli e Ferraro. «Di Napoli è un campione, credo che nemmeno un sordo non troverebbe l'intesa con lui. Con tutti e due, comunque, non ci sarebbe nessun tipo di problema». Poco importa se c'è anche il rischio di un tourn over. «Le grandi squadre devono avere tanti giocatori bravi. Quando si sta nelle grosse piazze, bisogna mettere in preventivo che si è tutti dello stesso livello e che non hai mai il posto assicurato».
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