E pensare che Ragusa era alla sua apparizione vera tra i professionisti dopo le incantevoli prestazioni con cui ha guidato la Primavera del Grifone al titolo di campione d’Italia. Lampi di classe pura, autoritá di un veterano, nemmeno un briciolo di paura nel confronto con la titanica retroguardia del Sorrento. Il gol e non solo: il ventenne Ragusa s’è distinto per aperture di gioco fantastiche, lanci millimetrici a cercare la profonditá di Fava, sacrificio costante in fase di rinculo. Spompato da chilometri di corsa abbinata a tecnica ha chiuso la partita da terminale d’attacco: "Proprio non ne potevo più - rivela nel dopo gara - ed ho per questo giocato gli ultimi minuti in zona centrale".
L’entusiasmo è moderato, fin troppo magari per un ragazzino che all’esordio tra i professionisti avrebbe dovuto fare salti di gioia: "Sono contento per il gol, per la prestazione e soprattutto per l’impatto che ho avuto all’interno della squadra, ma sono anche consapevole che posso fare di più, molto di più". Se davvero il Ragusa di Sorrento è appena l’embrione - per sua stessa ammissione - di ciò che sará, allora la Salernitana può sorridere di gioia: ha dentro casa un grandissimo campione.
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