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lunedì 14 settembre 2009

Salernitana poco cinica e senza l’uomo gol


La Salernitana ha le polveri bagnate. La squadra non segna, subisce troppo in difesa e appena prende gol crolla psicologicamente e fisicamente. Se a questo si aggiungono lacune macroscopiche nella costruzione della squadra soprattutto sulle corsie esterne, il quadro è davvero completo. La truppa di Brini è reduce da quattro ko di fila in altrettante partite ufficiali del campionato cadetto. Eppure, nonostante l'ennesimo uno-due subito anche sabato scorso a Trieste, nel primo tempo la squadra aveva costretto i padroni di casa nella propria metà campo. Non solo. Fusco e compagni hanno sfiorato il vantaggio in almeno tre occasioni. Soltanto sfiorato, purtroppo. Rigore a parte, infatti, i granata hanno palesato evidenti limiti di finalizzazione. Manca l'uomo gol, tanto per intenderci. Francesco Caputo ha stoffa e talento, ma è ancora troppo giovane per accollarsi il peso e le responsabilità (vedi il rigore) dell'intero reparto offensivo. Non a caso dopo l'errore dagli undici metri, il baby bomber è letteralmente scomparso, eclissandosi come gran parte della squadra. Serve un partner in attacco ed anche in fretta. Il problema è che la Salernitana è a corto di punte (e di punti). O almeno è ancora in attesa che gli ultimi arrivi trovino la condizione fisica per essere in campo (leggasi Fava). Non a caso, la Salernitana ha realizzato appena due reti in questo avvio di stagione, una su rigore e un’altra sola su azione (entrambi all'Arechi), in quattro partite di campionato. Troppo poco. Anche per una squadra che mira soltanto a salvarsi. Le alternative, per il momento, non ci sono o non sembrano all'altezza della situazione. Brini, che pure ha la sua buona dose di responsabilità, ma la condivide con diesse e presidente, si ritrova con una panchina cortissima. Soprattutto per quanto riguarda il capitolo attaccanti. Non è finita. Se la squadra non decolla è perché le mancano le ali. Nel vero senso della parola. Fino a questo momento gli esterni hanno ciccato clamorosamente ad ogni uscita. Statella e Pepe prima, Soddimo in più di una circostanza - ed in diverse posizioni -hanno palesato evidenti limiti caratteriali. Già, perché sulla carta i tre non sono certo da buttare: altro discorso è quello di giocare in una piazza come Salerno, con la casacca granata sulle spalle. In mezzo al campo, invece, Pestrin ha dimostrato di essere un elemento indispensabile negli equilibri della squadra. L'innesto di Carcuro in mediana, poi, ha permesso a Pestrin di liberarsi da compiti di copertura per vestire i panni del play maker. Con discreti risultati. L'ex Messina, però, farebbe bene a dosare la sua grinta quando rimprovera i compagni durante la partita. Soprattutto i più giovani. Un conto è fare da chioccia al gruppo, altro discorso è rischiare di perdere i propri "pulcini" per tutto il match. Capitolo difesa. Il pacchetto arretrato è letteralmente privo degli esterni. Sia a destra, sia a sinistra. L'esperimento Galasso (prima da una parte e poi dall'altra) e le prove di Kyriazis e Machado non convincono. Alla squadra mancano i terzini. Una grave lacuna che il diesse Acri, in sede di campagna acquisti, pensava di colmare con la duttilità di Galasso, apparso impacciato sulla sinistra e spaesato sulla destra anche se in lieve ripresa a Trieste. E pensare che in organico, la Salernitana ha Bastrini che può adattarsi anche sugli esterni. Complice la squalifica di capitan Fusco e le oggettive carenze in organico c'è da attendersi a questo punto l'impiego del giovane ex Sampdoria contro il Torino. Staremo a vedere.

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